l’ecomuseo di asti e del suo contado
L’ecomuseo di Asti, con la sua rete di itinerari
tematici, è un sistema che ricostruisce le tappe
e recupera, le dinamiche che nel tempo, la
comunità astigiana ha attraversato nel suo
processo di trasformazione da rurale a
industriale. La rete è uno strumento per la
conoscenza dei caratteri del territorio ridando
voce a quella eterogeneità di memorie e di
saperi collettivi propri delle piccole comunità
locali.
“Lo sviluppo auspicabile”, rappresenta per
l’ecomuseo la ricerca attiva di uno sviluppo che
non sia solo possibile o sostenibile in rapporto
alle generazioni future, ma che sia il migliore
tra questi in termini di qualità di risultati.
In questa logica la città di Asti diventa
vetrina e motore di tale sviluppo. Rinnovare,
valorizzare e comunicare il senso di comunità
tra la città e il suo contado per uno sviluppo
auspicabile, è la “mission” dell’ecomuseo. Uno
sviluppo che parte da una cultura materiale e
immateriale frutto di un’articolazione di
rapporti tra persone e territorio, che unisce
l’intera comunità astigiana in un progetto di
condivisione del proprio patrimonio.
Il Monferrato Astigiano è un’area vasta, con
attività economiche sparse. Il
rapporto tra le persone e il territorio
nel lavoro per la sopravvivenza e la
sussistenza, nella riconoscibilità di valori
simbolici e nella forma espressiva con cui
questi sono rappresentati (pittura, scultura,
letteratura, ecc.), sono di interesse specifico
dell’ecomuseo. Sono di interesse ecomuseale
anche gli aspetti sociologici, antropologici,
etnologici del Monferrato Astigiano, tutta la
sua cultura materiale e immateriale.
L’ecomuseo di Asti e del suo contado è inoltre
finalizzato alla coesione sociale, è un
laboratorio permanente di strategie di sviluppo
e di proposte, è uno strumento di ricerca, di
raccolta, di documentazione, di azioni concrete.
L’alleanza per la mission è ricercata non solo
attraverso accordi di programma con gli enti
amministrativi e di gestione del territorio, con
i quali il soggetto proponente è già in
relazione, ma con chi vive il territorio: gli
altri ecomusei, le associazioni, le cooperative,
le realtà economiche e lavorative e le scuole
che vogliono far conoscere
le proprie attività di tutela e di
valorizzazione, piccole o grandi non importa,
senz’altro così diffuse sul territorio da
definire una cultura del luogo, una “identità di
intenti”. Il coinvolgimento della comunità
costituisce l’aspetto essenziale dell’ecomuseo
di Asti e del suo contado, in questo si
differisce da una semplice iniziativa di
marketing territoriale “culture-based”. Il
progetto ecomuseale prevede la lettura, la
conoscenza e lo studio delle radici storiche
della comunità e della memoria di cui è parte,
nella convinzione che i principi di umanità che
hanno costituito le fondamenta delle tradizioni,
debbano perpetuarsi, nel contemporaneo e nel
futuro, affinché le stesse tradizioni possano
definirsi “durature” e non semplici invenzioni
da vendere a chi non ha più memoria1).
A tale proposito l’ecomuseo non vuole introdurre
artificiose novità che pretendano di dare
soluzione alle problematiche connesse allo
sviluppo economico-sociale del Monferrato
astigiano, ma favorire il suo sviluppo
auspicabile in un processo di interpretazione e
di innovazione nella reinterpretazione, al fine
di rivitalizzare e rigenerare il complesso delle
attività esistenti.
Anche per questo aspetto l’ecomuseo si
differenzia da un progetto di valorizzazione del
territorio
2),
per quanto siano previste, con l’evoluzione del
progetto ecomuseale, ricadute in termini di
aumento del turismo culturale sull’area di
interesse
3).
Ultimo per ordine, ma non per importanza, tra
gli obiettivi è la formazione, finalizzata a
rendere la popolazione astigiana sempre più
consapevole delle scelte per lo sviluppo di sé
stessa e del proprio patrimonio. La formazione,
intesa come strumento attivo a fini scientifici,
didattici, divulgativi, è un’attività svolta da
anni dalle associazioni e dagli enti che
costituiscono l’ecomuseo e che si intende
ampliare sino a far diventare l’ecomuseo centro
di educazione permanente e di formazione
professionale aperta all’innovazione,
coinvolgendo nel progetto il maggior numero
possibile di scuole, di università, di centri di
studio e di ricerca.
1)
R.Bordone. Dai Monferrati al Monferrato: la storia del Paesaggio Culturale. La provincia
di Asti: possibile identità “astigiana“?.Studio-ricerca.
Il
Paesaggio Culturale del Basso Monferrato
Astigiano.
Progetto
europeo: I.C. LEADER+.
Azione
3.1 del Piano di Sviluppo Locale. Intervento a)
2. promosso dal GAL Basso Monferrato
Astigiano per la Regione Piemonte. 2003.
Introduzione:
2)
Sulla conflittualità tra obiettivi di sviluppo
economico, generalmente legati alla
“valorizzazione” turistica e il rafforzamento
dell’identità attraverso il recupero delle
radici storiche della comunità e della memoria,
si veda M.Maggi e V.Faletti. Gli ecomusei. IRES
Piemonte e Umberto Allemandi. Torino 2001.
Pagg.14-18. Il contesto. Economia e cultura.
3)
E. Ercole con G. Bella. Studio-ricerca: Il
Paesaggio Culturale del Basso Monferrato
Astigiano.
Progetto
europeo: I.C. LEADER+.
Azione
3.1 del Piano di Sviluppo Locale. Intervento a)
2. promosso dal GAL Basso Monferrato
Astigiano per la Regione Piemonte. 2003.
I “Luoghi-vetrina” del Monferrato Astigiano.
Si veda anche: M.Maggi e V.Faletti. “Cultura e
Sviluppo. La contrapposizione tra fini culturali
ed economici può essere risolta, quando appaiono
spazi di sviluppo per un turismo culturale <<di
esplorazione>>, attribuendo la priorità al primo
obiettivo (Anders Jorgensen, 1999)”. Il
conflitto in realtà è meno preoccupante di
quanto non appaia (…) se si considera il ruolo
che la cultura può giocare come fattore
strategico nello sviluppo e se si osserva
l’aspetto globale della situazione (necessità di
rafforzare l’identità locale come fattore
competitivo di lungo periodo).