Il monferrato astigiano è
un’area vasta, con attività economiche sparse.
Non è un caso che l’ecomuseo del Basso
Monferrato Astigiano (BMA) raggruppi oltre
settanta comuni dell’area e che per detto
ecomuseo la compartecipazione degli enti
aministrativi locali rappresenti lo strumento
principale “per la promozione e il successo
della strategia e la cooperazione della
provincia e della regione per la messa in atto
di meccanismi di mediazione tra gli interessi
locali nei processi di sviluppo”. Nello stesso
modo e con gli stessi obiettivi di
coinvolgimento e di mobilitazione della
popolazione locale e delle risorse
imprenditoriali del territorio opera l’ecomuseo
di Asti e del suo contado, senza nessuna
contraddizione o contrapposizione con gli
ecomusei esistenti, ma al contrario in un’ottica
di piena e fattiva collaborazione,
auspicabilmente in una logica di coordinamento.
In particolare, con l’Ecomuseo del BMA, il
rapporto non può che crescere positivamente in
quanto si aggiungono nuove potenzialità per il
raggiungimento di obiettivi comuni. Il
coordinamento tra i due ecomusei (ma non solo) è
da porsi come ulteriore obiettivo progettuale
per la maggiore incisività o forza
nell’ottenimento dei risultati ricercati con le
attività di valorizzazione del patrimonio
culturale materiale e immateriale locale.
Un ulteriore modo per evidenziare la comunione di intenti
e per relazionarsi con gli altri ecomusei
presenti sul territorio, consiste nell’idea e
nella volontà di individuare dei luoghi dove sia
possibile un incontro e un passaggio tra un
ecomuseo ed un altro, in modo che, un ipotetico
viandante, da ecomuseo ad ecomuseo, riesca a
conoscere tutto il territorio regionale, il suo
patrimonio e le sue comunità e comprendere anche
il senso di comunione che vi è tra esse e che
può esserci solo tra popolazioni che mostrano
cultura e che favoriscono processi di
integrazione. Comunità con identità tali da
determinare quella regionale e nazionale.
Sul territorio della Provincia di Asti, riconosciuto
dalla Regione Piemonte, è presente un solo altro
ecomuseo: quello del Basso Monferrato Astigiano
di cui è già detto. Sul poster dell’Ecomuseo,
che dà una lettura del territorio a scala
provinciale, sono individuati gli altri ecomusei
esistenti con i quali, anche se esterni al
territorio provinciale, si vuole relazionare e
collaborare: l’Ecomuseo della pietra da Cantoni
di Cellamonte, con il quale è previsto un punto
di interrelazione presso la villa
Querce-Poggio-Rossi di Guazzolo, Castelletto
Merli; l’Ecomuseo delle Rocche del Roero di
Montà, con il quale è possibile un collegamento
a Cisterna d’Asti, presso il castello;
l’Ecomuseo del terrazzamento e della vite di
Cortemilia, che si incontra nelle terre dell’arbiora.
Con il Comune di Asti esiste una comunità di intenti e di
azioni che partono da alcune linee
programmatiche e di indirizzo, prese con
Delibera di C.C. n.53 del 09.05.95, che adotta
“la realizzazione in Asti di un progetto
culturale strategico dal nome “Asti città di
cultura”. A questo progetto l’ecomuseo di Asti
fa riferimento per una collaborazione concreta e
fattiva con l’amministrazione.
Con la provincia
di Asti, come Osservatorio del Paesaggio, si è
già avviato un dialogo costruttivo che ha
portato a risultati significativi quali
l’introduzione di valutazioni paesaggistico
ambientali per modiche o trasformazioni del
territorio, corsi sul paesaggio ed un concorso
annuale sulla promozione di interventi progettuali di qualità nel
paesaggio, tutti obiettivi utili per la
formazione di un corretto modo di agire sul
territorio. Tali attività saranno rafforzate
dall’ecomuseo.