PAESAGGI A PEDALI
















 

Le biciclette di Gerbi e di Saracco ad Asti

 

Il cicloturismo è in costante aumento in tutta europa e i dati recenti di tale aumento segnalano variazioni così forti che non possono passare inosservate ad una città che possiede storiche fabbriche di biciclette e di campioni.  Asti è città di ciclisti, è la città di Giovanni Gerbi il mitico “Diavolo Rosso”. Il padre di Gerbi era uno di quegli artisti, “fabbricanti di biciclette” che insieme ad altri quali Prina, Garelli, Maina, Canarini, Giuntelli hanno fatto della città una delle più importanti fabbriche di biciclette italiane.

Perché una fabbrica di biciclette ad Asti? Perché Asti possiede un “paesaggio a due ruote”,  è una città a misura di ciclista ed ha un intorno facilmente raggiungibile in bicicletta con un’elevata possibilità di percorsi per ogni grado di difficoltà. Non è un caso che Asti abbia una “Coppa Città di Asti”, che sia stata arrivo del giro d’Italia e di partenza per quello del Piemonte. L’ecomuseo della Città di Asti e del suo contado recupera questa tradizione ciclistica, senz’altro viva, che racconta meglio di altre, la storia, le esperienze e le speranze di una città che ha legato alla bicicletta il periodo della ripresa economica dell’ultimo dopoguerra. Il materiale e le testimonianze raccolte dall’ecomuseo e attualmente temporaneamente esposte al “Diavolo Rosso”, in cui si conservano alcune reliquie del campione tra le quali il suo ritratto originale, la cui copia è diventata il Trofeo Gerbi consegnato a Paolo Bettini, in occasione della sua vittoria nel centenario del Giro della Lombardia, insieme a quello che rimane dell’officina di Guido Saracco 1), gregario di Gerbi, (ma altre ancora sono le memorie storiche recuperabili del lavoro di officina ciclistica astigiana) sono parte del patrimonio ciclistico di Asti che l’ecomuseo vuole trasferire in un luogo più adatto, realizzando una nuova officina con uno spazio documentario/espositivo, rilanciando quell’attività e quella passione che aveva fatto di Asti una città di “ciclisti”.  Tale luogo è stato individuato nella “Porta del Parco”, un nodo di interscambio ferro/bici, nell’area del quale verrà allestito il museo

Il ciclismo non competitivo, come mezzo per spostamenti ordinari o per turismo, è inoltre stato individuato dall’ecomuseo di Asti come strumento di tutela e di valorizzazione paesaggistico ambientale del proprio territorio. Per tale ragione l’ecomuseo sta lavorando alla realizzazione di una guida cicloturistica, urbana ed extraurbana, dove saranno riportati i percorsi ecomuseali del paesaggio culturale del monferrato astigiano, percorsi tra natura, lavoro arte e letteratura .

 

1)  “Isent e pù sonet ad Guido Sarachet”. Un secolo di vita astigiana vista attraverso l’autobiografia e le rime di Saracco Guido “sarachet”. Di Guido Saracco. Stampa Teamservice. Asti 2009.